La chiesa di Gesù Bambino è la chiesa parrocchiale di Lama dei Peligni, in provincia di Chieti. È costituita da un’aula ripartita in tre navate e abside rettangolare un portico laterale e un campanile.
La parrocchia, intitolata originariamente ai SS. Nicola e Clemente, ha assunto la nuova denominazione a partire dal 2015, in onore della statuetta di Gesù Bambino conservata al suo interno, nell’abside dietro l’altare principale, sin dal 1760.
La prima costruzione risale al XVI secolo, come sembra attestare un’iscrizione apposta sul campanile che riferisce come data di edificazione il 1589. La chiesa sorse nella parte fuori dalle mura, sull’attuale piazza Umberto I, in quanto l’antica chiesa di San Clemente Papa a Lama vecchia, nella parte a frana verso il burrone dell’Aventino, era troppo piccola per ospitare le funzioni religiose, ma anche perché era stata danneggiata da vari smottamenti, definitivamente rovinata col terremoto del 1706, e poi abbandonata del tutto col nuovo terremoto del 1933. Le due finestre rettangolari della facciata sono un’aggiunta settecentesca, dettata dalla necessità di maggiore illuminazione, mentre il portico che fiancheggia l’edificio venne eretto solo nel XX secolo. L’aspetto attuale dell’interno è frutto di una ricostruzione dopo il sisma della Majella del 1706, che fece franare metà del paese di Lama a valle; anche il campanile è stato rifatto, e si presume fosse una torre quadrangolare, anziché avere l’aspetto rettangolare, di cui la parte originale è la facciata con gli archi, sulla piazza.
L’EFFIGIE DI GESÙ BAMBINO
La devozione verso il Santo Bambino di Lama dei Peligni ha una tradizione di oltre due secoli e mezzo. Essa risale al lontano 1760, quando un francescano laico dei Minori Osservanti, fra Pietro Silvestri, al secolo Michele, di ritorno dalla Terra Santa, portò in dono al suo paese nativo un’effigie divina a grandezza di neonato. Era consuetudine francescana che i frati, al loro ritorno dalla Terra Santa, portassero in dono alle loro chiese di origine dei bambinelli che in genere erano di legno. Fra Pietro invece lo volle di cera e di belle fattezze. La leggenda narra che a completare la scultura furono mani di Angelo perché quel viso era talmente bello che colui che benedì la statuina rimase affascinato da una così divina somiglianza.
Mentre fra Pietro si avvicinava al suo paese le campane suonarono a festa spontaneamente grande fu la gioia di tutti gli abitanti di lama nel rivedere il loro caro ed amato frate che portava in dono quel Santo bambino che faceva il suo ingresso per la prima volta (era la terza domenica di maggio) in mezzo alla sua gente
La sacra effigie, venne subito esposta nella chiesa di Lama alla pietà popolare, continuando ad operare innumerevoli grazie a favore dei fedeli e della comunità.
Il primo evento prodigioso risale al viaggio di fra Pietro, che durante il trasporto a bordo di una polacca veneziana incappò in una tempesta in cui rischiò il naufragio. In quest’occasione fra Pietro depose la statuina sulla tolda della nave e cominciò con i compagni di viaggio a pregare. Le acque, come per incanto, si placarono e la navigazione poté proseguire senza ulteriori imprevisti fino a Venezia.
Tra i vari episodi, di grande rilevanza fu la protezione dall’epidemia di colera del 1854 (vedi feste religiose in onore del Santo Bambino)
Nell’epoca più recente, nell’autunno del 1943 – il Bambinello riuscì a scampare in modo miracoloso alle razzie delle truppe di occupazione tedesca presenti sul territorio (inglobato dentro la Linea Gustav), che avevano fatto formale richiesta di sequestrarlo e di trasferirlo in Germania: il parroco ed un gruppo di coraggiosi uomini di fede lamesi nottetempo sotterrarono la sacra effigie in aperta campagna, dove essa rimase fino ai primi di maggio del 1944.
L’effigie, firmata dal Frate Giovanni Lorenzo da Limano, missionario apostolico e parroco del Vecchio Cairo in Egitto, attualmente è conservata in un’urna d’argento rivestita di cristalli, avvolta in un tessuto di seta rossa, che fu realizzata nel 1845 da un locale.
Precedentemente la statuina si trovava in un’urna di legno intarsiato e dorato, del 1778.
Nel 1894 con i contributi degli emigrati in America, fu realizzata una colomba d’argento posta sopra l’urna, nel 1906 l’altare marmoreo fu completato.
Nel 1913 è stata realizzata una chiave d’argento, a simbolo della comunità lamese che intende rimettersi alla protezione di Gesù Bambino.
LE FESTE RELIGIOSE IN ONORE DEL SANTO BAMBINO
Ogni anno è tradizione festeggiare la terza domenica di maggio (in genere la più vicina al 20 Maggio) a ricordo dell’arrivo a Lama del Santo Bambino.
Un’altra festa annuale si celebra il 20 settembre (o domenica più vicina a questa data) a memoria della liberazione di Lama dalla peste, avvenuta nel mese di settembre del 1854. Infatti, in quell’anno Napoli fu colpita da una grave epidemia di colera che rischiava di propagarsi nelle province. Come era prevedibile anche a Lama tra il 4 e l’8 settembre si registrarono i primi tre casi di contagio e le prime due morti. Allora l’abate don Innocenzo persuase i paesani ad iniziare una novena al Santo bambino per ottenere la sua divina protezione ed al termine di essa il frate ordinò che la sacra effigie fosse esposta alla venerazione del popolo. La fede dei lamesi fu prodigiosamente ricompensata in quanto l’epidemia venne subito contenuta rispetto ai decessi nei paesi limitrofi.